Abbiamo avuto modo di introdurre la collaborazione nata tra PerformIA e l’Associazione Three Faces nell’articolo pubblicato lo scorso settembre [link all’articolo]. PerformIA è il festival dedicato alle possibili espressioni di arte e Intelligenza Artificiale che unisce in un laboratorio creativo, artisti di varia estrazione e data scientists per creare prototipi e opere in cui il genio umano viene amplificato dalla tecnologia. L’evento rientra nella missione di diffusione della cultura dell’innovazione dell’azienda Polaris Engineering Spa – partner tecnologico per la digitalizzazione delle imprese in chiave X.0 – che ne è organizzatrice e promotrice.

Siamo lieti di entrare nel vivo del nostro progetto a quattro mani presentandovi PerformIA Culture, rubrica che nasce sulla scia e dall’interesse generato da Performia Festival e che ha come scopo quello di andare a indagare le relazioni e i rapporti che intercorrono tra la tecnologia e l’arte, tra innovazioni tecnologiche, Intelligenza Artificiale ed espressione artistica. Il Festival conta ad oggi sulla collaborazione di cinque artisti/gruppi di artisti, che hanno sviluppato e stanno lavorando su prototipi nati da vari background:

  • La Macchina del Collage è la creatura di Giuseppe Ragazzini, artista visivo e pittore, in grado di generare tramite algoritmi AI collage di volti umani a partire da un database di immagini, mixando le singole parti del volto umano mantenendone dimensione, proporzione e posizione e dando alle opere finali una firma artistica unica;
  • De_Sidera è il progetto nato con Naresh Ran e sviluppato insieme ad AION Collective, un astrolabio intelligente in grado di riconoscere e far suonare le stelle della volta celeste in un concerto perpetuo associando a ciascuna, una frequenza selezionata dal proprio database, a cui l’Intelligenza Artificiale attinge per prendere parte alla sinfonia;
  • MetaMoreFaces è la performance della compagnia teatrale Interazioni Elementari, che sfrutta un algoritmo AI per generare video che mostrino lo scorrere del tempo sul volto degli attori, in modo da accompagnare i monologhi come scenografia dinamica espressiva;
  • REWILD: PROTOHUMANS SEEDING THE A.I. è la new entry del collettivo artistico The Curators Milan, i quali puntano l’attenzione sul tema del cambiamento climatico e chiedono all’Intelligenza Artificiale di mostrarci attraverso video e istallazioni artistiche come sarebbe la Natura pura e incontaminata e quale sarà, invece, lo scenario futuro se l’intervento dell’uomo continuerà a compromettere l’equilibrio naturale della Terra.

Queste sono solo alcune delle possibili espressioni del connubio tra arte e tecnologia che abbiamo esplorato attraverso il Festival PerformIA e che riprenderemo all’interno di un percorso più ampio, nella rubrica Performia Culture. Vedremo come due mondi, apparentemente molto lontani e inconciliabili, non lo siano affatto, anzi trovino il modo di dialogare tra loro generando esiti sorprendenti e inaspettati. Nella storia la categoria degli artisti si è mostrata una delle più ricettive ai cambiamenti, alla dinamica evolutiva della società e ha sempre guardato con grande interesse all’innovazione e alla scienza, come punto di partenza per nuove riflessioni, per esprimersi e di riprodurre la realtà. Allo stesso modo, l’artista contemporaneo recepisce le nuove tecnologie e in particolare gli algoritmi di intelligenza artificiale, come fonte di ispirazione, come stimolo cercare nuovi modi di e come strumento da utilizzare all’interno del proprio processo creativo aprendosi a scenari estetici completamente nuovi. Andremo ad analizzare nello specifico quali sono gli algoritmi che utilizzano gli artisti e in particolare le GAN, Generative Adversarial Network, il loro meccanismo e il motivo per cui siano così attratti da questa coppia di reti neurali che si presta a innumerevoli interpretazioni creative e che li sollecita nel profondo, proponendosi talora come strumento di riflessione sul proprio lavoro, talora come nuovo punto di partenza per elaborare qualcosa di completamente diverso.

Vedremo come la tecnologia investe il modo dell’arte anche nei luoghi convenzionalmente deputati alla sua fruizione; infatti gallerie, musei e spazi espositivi, stanno adottando sistemi informatici sempre più complessi per garantire una user experience capace di abbattere quanto più possibile le distanze tra spettatore e opera d’arte. Le visite interattive e virtuali sono sempre più diffuse e il visitatore viene coinvolto secondo un principio immersivo che gli garantisce un accesso diretto e una visione gratificante delle esposizioni. A conclusione del nostro percorso andremo ad osservare come l’arte sbarca nel mondo digitale attraverso gli NFT “Non-Fungible Token”, dando vita alla NFT Art, una forma espressiva completamente nuova che passa attraverso file audio, video, immagini certificate attraverso la tecnologia blockchain che ne garantisce autenticità e unicità e come gli artisti aprano i loro spazi espositivi all’interno del Metaverso cambiando il modo di coinvolgere il pubblico. Non solo attraverso esperienze puramente visive, ma una vera e propria richiesta di partecipazione diretta dello spettatore che diventa elemento integrante dell’esibizione, ovunque si trovi, parte della storia.